immagini dei materiali rimasti sul torrente | |
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Mercoledi 31 ottobre l'associazione 'MàRILIGHèA di Augusta impegnata nella conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, nella persona del suo presidente Luca Di Giacomo dottore in Storia e Conservazione dei Beni Architettonici ed Ambientali, avvalendosi della consulenza dello studio legale Cassarino, ha presentato presso la Procura della Repubblica di Siracusa una integrazione alla propria denuncia sporta il 5 settembre scorso relativamente agli effetti dei lavori "Somma urgenza ripristino deflusso acque torrente Porcheria" commissionati dal Genio Civile di Siracusa, in merito ai quali è stato pertanto aperto un procedimento. La nuova denuncia scaturisce dall'esame degli atti acquisiti presso il Genio Civile e la Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Siracusa, forniti alla Procura in allegato insieme a testimonianze fotografiche, che ha fatto ipotizzare diverse irregolarità. In primo luogo si è rilevato come nonostante la natura degli interventi da eseguire dovesse essere, come descritto più volte dallo stesso Genio Civile << la ripulitura del corso d'acqua con l'eliminazione della vegetazione e dei detriti >> e << il trasporto in discarica e costruzione di tratti di argine con materiale idoneo >> nella realtà le opere effettivamente eseguite hanno comportato anche lo spianamento del letto del corso d'acqua con materiale di riporto e lo sbancamento in più punti della roccia calcarea che si trova lungo l'alveo del torrente, pertanto in difformità da quelle autorizzate dal Dipartimento Regionale Lavori Pubblici. E' emerso inoltre che, nonostante le segnalazioni fatte precedentemente nel mese di settembre dalle associazioni 'MàRILIGHèA ed Ente Fauna Siciliana corredate di fotografie documentali e i comunicati stampa diffusi sui quotidiani, il Responsabile del Procedimento Ing. Antonino Messina, il Direttore Lavori Geom. Angelo Tringali e il Dirigente Responsabile U.O. XI della Soprintendenza ai Beni Culturali di Siracusa Dott. Antonio Mamo annotavano come uniche opere realizzate la ripulitura dalla vegetazione arborea e arbustiva, lo spostamento di massi mobili, infine osservavano all'interno dell'alveo una pista che giustificavano "per ragioni di cantiere", ma senza rilevare affatto i gravi danni causati dallo sbancamento di consistenti parti di roccia. Lascia ulteriormente interdetti la Sovrintendenza sul significato della sua successiva richiesta al Genio Civile di provvedere necessariamente ad un intervento di rinaturalizzazione dello stato dei luoghi da sottoporre alla sua autorizzazione. Infine in data 30 ottobre l'alveo risultava ancora disseminato di numerosi cumuli di vegetazione estirpata oltre a rifiuti insoliti vari, quali carcasse di auto e ciclomotori, che oltre a testimoniare come la ditta appaltatrice non abbia ancora eseguito quanto scritto dal Genio Civile, che il 18 settembre dichiarava << nella buona sostanza i lavori di Somma Urgenza conclusi, rimanendo solo il prelievo e trasporto a discarica del materiale di risulta >>, potrebbero costituire, nell'eventualità di alluvioni, un significativo ostacolo per il naturale deflusso delle acque e quindi un serio pericolo per l'incolumità di persone e cose, contrastando esattamente e paradossalmente con le finalità che hanno spinto il Genio Civile di Siracusa a realizzare gli interventi di cui si discute. In tutto ciò risulta deprecabile l'assoluto silenzio dell'amministrazione comunale di Augusta che, in ogni caso, aveva il dovere morale di intervenire quanto meno verificando ciò che stava avvenendo in uno dei siti di maggior pregio storico, naturalistico e paesaggistico del territorio megarese. |